Ci siamo chiesti come resistere. La risposta era dentro di noi, nel nostro stesso DNA: fare ciò che sappiamo fare meglio, trasformare quel latte che sa di erbe e fieno della Val Taleggio in formaggio. Abbiamo così iniziato a produrre una formaggella piccola, pensata per essere stagionata a lungo, un simbolo di speranza e resilienza.
Quello che è successo dopo è stato un’ondata di solidarietà che ci ha travolto e commosso. Attraverso un sito web improvvisato, abbiamo lanciato un appello. E la risposta è stata immediata e straordinaria. Famiglie, istituzioni, congregazioni religiose e privati cittadini che non ci conoscevano hanno iniziato a comprare, a sostenere, a credere in noi. La nostra Formaggella è diventata un modo per salvare il nostro lavoro, le nostre vacche e le nostre produzioni, un’ancora di salvezza in mezzo alla tempesta.
Per questo, non abbiamo mai più smesso di produrre la Formaggella S. Antonio, che porta il nome del santo protettore degli animali della stalla. È un omaggio a un momento di grande sofferenza ma anche di immensa generosità. Ogni fetta è un modo per ricordare ciò che di buono, e che è tanto, siamo stati capaci di donarci reciprocamente in quei mesi. È un formaggio da condividere, per ricordare che la solidarietà, come il buon formaggio, ha un sapore che resta nel cuore.